Maremoto

Maremoto è un lavoro video realizzato sulle coste della Sicilia che guardano l’Africa. Girato alle prime luci dell’alba, il video documenta il mio tentativo di cavalcare le onde del mare in sella a una bicicletta. In questa prova di forza, il mare ha la meglio, io mi immergo fino a scomparire, e dallo stesso punto emerge un giovane di colore che ripercorre a ritroso il mio percorso per approdare finalmente sulla spiaggia e proseguire così il suo viaggio in bicicletta.

Maremoto è un’opera circolare in cui l’elemento dell’acqua, del mare, dell’attraversare, racconta la storia di Ibrhaima, un ragazzo arrivato a Lampedusa dal Senegal. È la sua voce ad accompagnare il video in lingua pulaar, il suo dialetto. Nell’andare si trova il sé, così come nel tornare. Il desiderio di quest’incontro avviene sul confine del mare, il viaggio diventa un tentativo di ricucire due sponde, due orizzonti, più culture.

La migrazione è un viaggio di sola andata, non c’è una casa dove fare ritorno. Il mar Mediterraneo abbraccia visivamente questa narrazione, diventa il confine e il luogo d’incontro allo stesso tempo.

Link: Maremoto

Maremoto
2016
Video Installation
8’44”
8 photographs on Hahnemühl paper

Maremoto is a video work created on the coasts of Sicily that face Africa. Filmed at the first light of dawn, the video documents my attempt to ride the sea waves on a bicycle. In this test of strength, the sea prevails, and I submerge until I disappear. From the same point, a young man of color emerges and retraces my path in reverse to eventually reach the shore and continue his bicycle journey.

Maremoto is a circular work in which the elements of water, the sea, and crossing tell the story of Ibrhaima, a young man who arrived in Lampedusa from Senegal. His voice accompanies the video in Pulaar, his dialect. In the act of going, one finds oneself, just as in the act of returning. The desire for this encounter takes place on the sea’s border, where the journey becomes an attempt to reconnect two shores, two horizons, and multiple cultures.

Migration is a one-way journey; there is no home to return to. The Mediterranean Sea visually embraces this narrative, becoming both the border and the meeting place simultaneously.